È notoriamente di “massa” consumare un gelato cornetto o uno stecco industriale, così come, per alimentarsi, sono ampiamente frequentate le hamburgherie di marca e i self-service noti e capillari: tra l’altro, la scelta è ampia e la qualità abbastanza soddisfacente, se il bisogno è quello di rifocillarsi e non sprecare denaro. Per soddisfare l’esigenza o la scelta o il capriccio di una degustazione più appagante ci sono, invece, diverse alternative stratificate e quelle “intermedie” sono, per esempio, le trattorie e le pizzerie presenti capillarmente o i bar-gelateria che hanno una offerta più o meno ampia fra cui vari gusti di gelato, non molto diversi nei vari locali (talvolta aderenti a catene) e tendenzialmente con un discreto gradimento da parte del consumatore medio, che si accontenta di una degustazione non proprio seriale come quella dell’ice-cream industriale, ma comunque piuttosto appiattita e uniforme: meglio di niente, certamente, ma non è il caso di rassegnarsi ed è opportuno puntare più in alto, scegliere, provare, gustare, godere. Ci si potrebbe anche accontentare di un gelato non eccessivamente seriale, e magari proposto con un nome accattivante, un po’ di panna e un filo di copertura, ma perché fermarsi lì, quando si può andare oltre e si possono gustare sapori e abbinamenti che ti arricchiscono di sensazioni ed emozioni? Ricordiamoci lo slogan “se non è buono, che piacere è?” La gelateria artigiana di qualità è la risposta giusta a questo quesito perché si fonda sulla professionalità, sulla passione del gelatiere e sulla sua apertura mentale. Se il consumatore punta più in alto, ecco che cerca un gelatiere che fa altrettanto: ci vuole una grande voglia di imparare (mai sopita), lo studio delle caratteristiche delle materie prime con ricerca sugli ingredienti, particolarmente quelli specifici del suo territorio ma non solo, naturalmente, perché siamo cittadini del mondo con il desiderio di provare, di abbinare, di creare. Ne deriverà, per il gelatiere, una prima grande soddisfazione quando si centra l’obiettivo di un gusto creativamente nuovo e, a maggior ragione, quando i clienti mostrano di apprezzarlo e poi ritornano, e poi fanno il passaparola, e poi si affezionano, e poi... creano un mito. Il testo proposto è di Arnaldo Minetti a cura della rivista Gelato Artigianale
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