C’è una scelta preliminare da fare per ciò che concerne l’esposizione del prodotto gelato, quella più funzionale e coerente alla strategia di posizionamento e conseguentemente come ci si vuole far percepire dal cliente finale, perciò tra il pozzetto o la vetrina con gelato in vista. Entrambe le soluzioni presentano sia una serie di punti di forza che altri critici. L’approccio corretto e professionale a questa scelta, come ad altre tipologie di valutazioni, è dato attraverso l’acquisizione di informazioni e competenze per decidere sulla base delle proprie esigenze di progetto, strategie, esperienze ed idee, per quali soluzioni operare, consapevoli che le informazioni e le offerte sono veramente tante. Il pozzetto è stato il primo sistema utilizzato per la vendita del gelato, la storia ci dice che un tempo non c’erano abbattitori, conservatori, etc. e si producevano i diversi gusti sullo stesso banco in salamoia dove erano ubicati i pozzetti, i quali fungevano da conservazione e vendita. Attualmente si possono classificare almeno tre tipologie di pozzetti, per quanto concerne la tecnologia: glicole, statici, ventilati. A questa classificazione possiamo aggiungerne una seconda di tipo estetico: classici non a vista, a vista, parzialmente a vista.
Riservata ai professionisti del settore del gelato artigianale, la due giorni formativa che si è svolta la scorsa settimana presso la sede di Zambon Frigotecnica, ha affiancato esperti del mondo della gelateria e della pasticceria a specialisti di nutrizione e marketing. Idea Gelato, promotrice dell'evento, da oltre 25 anni produce semilavorati per la gelateria artigianale e per la pasticceria. La selezione attenta degli ingredienti, la genuinità, la ricerca, l'esperienza, sono i cardini su cui si fonda il lavoro di questa azienda veneta: una famiglia di cui tanti professionisti del gelato hanno deciso di far parte.
a cura di Angelo Grasso, consulente tecnico di gelateria Quante risate quando a scuola parlando di frutta fresca venne il momento dei cachi. Inevitabilmente fu considerato l’indicativo presente di un verbo della cultura “volgare” italiana, volgare sì ma a dire il vero di rapidissima comprensione. Considerando il fatto che noi gelatieri siamo personcine estremamente educate e non mandiamo mai a (c....e) nessuno, è quindi consigliabile usare sempre il plurale, anche se il frutto è uno solo. Comunque tranquilli! Per quanto ci riguarda, se vorremo cimentarci nel produrre un buon sorbetto, di cachi ce ne servirà ben più di uno.
Essendo un frutto ricchissimo di zuccheri, il caco si presta a essere interpretato sia come sorbetto sia come gelato. Ma a me gusta il sorbetto! Che volete… Anche quest'anno saremo presenti al MIG, la storica Mostra del Gelato Artigianale di Longarone.
Ci troverete come sempre presso lo stand di Bravo S.p.a., il nostro partner commerciale famoso per le macchine gelato multifunzione Trittico. Egregio Maestro, ho sentito parlare del “gelato naturale”. Nella mia attività, preparo gelato tutti i giorni con materie prime che secondo me sono naturali, come latte fresco, panna, zucchero. Questo è il mio modo di fare, che ho appreso in tanti anni di attività, non so se esiste un altro modo di fare gelato che venga definito “naturale” e proprio per questo motivo volevo sapere se può darmi qualche informazione in più su questa tecnica di produzione. Grazie e buon lavoro. Giacomo - Torino Buongiorno Giacomo,
ritengo che, in ogni caso tutti, o la gran parte dei gelatieri, possano fregiarsi di produrre gelato naturale. Non è difficile infatti, trovare nei laboratori di gelateria latte fresco, il più delle volte anche di alta qualità, e panna fresca; anche le uova, per diverso tempo latitanti, sono ritornate di buon grado nelle preparazioni del gelato. |
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