Sembrerebbe, da alcune indagini sui consumi, che gli italiani apprezzino la cremosità del gelato poiché li aiuta a rilassarsi dopo una impegnativa giornata di lavoro. Secondo alcuni rapporti emerge che i consumatori italiani di gelato, dovendo soddisfare l'esigenza di ritagliarsi momenti di relax e di benessere, per calmarsi e allontanare le pressioni della vita quotidiana, soprattutto del lavoro, cerchino di ristabilire il loro equilibrio interiore gustando favolosi gelati che ricordano, dicono gli intervistati, momenti felici e richiamano inconsciamente i ricordi dell'infanzia. Questo atteggiamento moderno, s'appoggia involontariamente ad una pratica antica della quale, forse, la contemporaneità ha perso l'abitudine e l'attenzione. Nel medioevo, infatti, durante l’espansione islamica irradiatasi dalla penisola arabica, si ebbe la spinta della cultura arabo-persiana che diffuse nel mediterraneo poesia, filosofia, matematica, astronomia, ottica, e molte altre pratiche tra le quali la medicina islamica, che integrò la medicina greca e persiana con nuove scoperte. Tra le varie pratiche dei medici islamici, tutori di conoscenze sofisticate e complete, vi era grande attenzione, sostenuta da metodi diagnostici e terapeutici altamente sviluppati, alla dietetica umorale. Nella cultura islamica la cura del corpo e l'attenzione al desiderio di “star bene”, spingeva la cultura del cibo al centro d’interessi che facevano riferimento anche alla medicina. Così, dalla Spagna all'Asia sud occidentale, tra il IX e il XII secolo, fiorirono i manuali della buona salute e proprio in due di questi trattati, scritti da due eminenti medici di quell'epoca, si trovano le ricette di un dolce secco che è il diretto precursore del nostro torrone. Si tratta dei "Tavole della salute" di Ibn Buṭlān, e del "Cammino dell’esposizione di ciò che l’uomo utilizza" di Ibn Jazla, entrambi provenienti da Baghdad. Nei testi composti nel califfato abbaside di Baghdad nell’XI secolo, nella parte riservata ai dolci secchi compare il Chaloe (in arabo halawa), indicato per febbri, tosse o dolori reumatici: dalla ricetta risulta preparato con noci, mandorle o pistacchi legate da miele e zucchero e aromatizzate con spezie, manca l’albume. La variante bianca è ottenuta tramite il processo di lavorazione dello zucchero, come si legge nel Compendio delle vivande del medico Al-Baghdadi, vissuto nel XIII secolo, due secoli dopo Butlan e Jazla: «Sciogli lo zucchero in acqua e fallo addensare bollendo, poi versalo su un piano, battilo e tiralo finché diventa bianco, impastaci pistacchi o mandorle, taglialo in stecche o rombi e dallo a chi vuoi». Ecco allora, come la proposta della ricetta al torrone del Maestro Gelatiere Angelo Grasso del Club Trittico di Bravo, sia un'ottima occasione per creare un gelato gustoso e benefico per il nostro umore.
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