Pubblichiamo uno scritto, di saluto e presentazione dell'opera, che l'artista Alessandro De Bei ci ha inviato, in occasione della realizzazione dell'incisione che i F.lli Zambon gli hanno commissionato per celebrare i 40 anni di attività di ZAMBON FRIGOTECNICA. Siamo molto contenti del grande lavoro realizzato dal De Bei, ma per ora vi facciamo vedere solamente la parte iniziale, le bozze preliminari. L'incisione, prezioso "manufatto" tirato in un numero limitato di copie, sarà presentata in autunno in una speciale occasione. PER I VOSTRI PRIMI QUARANT’ANNI Ragionamenti sopra l’Incisione calcografica per i fratelli Zambon Tenere un foglio appena stampato in mano, vederlo uscire dal torchio come un neonato, emettere i primi calcografici segnici vagiti, rimane per me una grande, autentica emozione. L’Incisione appena stampata profuma d’inchiostro, i segni rilucono sul bianco abbagliante della carta, l’ Acquaforte è nata! Come un infante va adagiato nella culla, così la Stampa d’Arte va stesa delicatamente nel suo letto di cartone e carta velina e accudita. Amorevolmente. L’Incisione ha molte, molteplici nascite, come il divino Dioniso delle Baccanti. Nasce prima come bozzetto, si evolve poi nella lastra di metallo verniciata e poi incisa con il punteruolo, quindi attraverso il bagno nell’acido e la matrice scavata, e infine arriva alla prova di stampa, la sua nascita di sangue, inchiostro e carta. Così, quando Guido Zambon ha visto per la prima volta le due Incisioni da me create per la ricorrenza dei quarant’anni della sua Azienda, e tenendole in mano mi ha sorriso, ho capito che la lastra era rinata nel suo sguardo e l’avventura incisoria aveva trovato il suo compimento. Creare un un’immagine incisa richiede solitudine, massima concentrazione e amore per i segni che vanno calibrati e sedimentati. La stampa al torchio è un’opera corale invece, che viene creata in simbiosi con lo stampatore, qui nella fattispecie, con la stamperia d’Arte Busato. Si modulano i colori sulla lastra di zinco posta sul piano caldo, come fossero suoni di un’orchestra sinfonica, che si incrociano e fondono in una partitura. Così nascono, sotto la tarlatana, la garza per la pulitura, nuovi incroci di colori, e i segni risaltano cupi e vellutati nel corpo metallico. L’idea iniziale, il nucleo germinante nasceva da Saul Steinberg, dal ricordo di un suo disegno, ma soprattutto diventava un omaggio alla sua opera di grande pensatore per immagini, di arguto filosofo del segno. Poi l’evoluzione, dal bozzetto fino agli stadi intermedi dell’immagine, e quindi al disegno finale su carta da lucido da riportare sulla lastra. Incidendo il metallo questo si scalda, e come un crogiolo Alchemico raccoglie in sé i segni, i tratti, le trame al bulino, e li trasforma, li trasfigura, così avviene in Rembrandt, nei maestri, diventa quasi uno scavo archeologico, alla ricerca di tracce dissepolte di antiche memorie, i segni-indizi lentamente affiorano dai labirinti del metallo e cominciano a brillare nelle loro venature di zinco lucente. Così nella lastra affiorano le tracce di antiche civiltà, capitate lì per caso o per magia, tra il pennello intinto nel bitume e un bulino. Lavorare ad un’incisione è come ritrovarmi, tornare ad Itaca, dopo il periplo, l’Odissea dei viaggi nella Pittura. l’Incisione è nata in me prima all’Accademia di Belle Arti a Venezia nella vecchia sede col caro Guadagnino, all’ombra delle colossali e maestose acqueforti del Piranesi. Poi nelle aule della Scuola Internazionale di Grafica il Bisonte di Firenze, in Via Giardino Serristori, lì veramente autentico luogo di culto e di pellegrinaggio per Artisti e collezionisti dell’Incisione mondiale. Un nirvana di carte pregiate, inchiostri e torchi potenti, insegnanti che sono fraterni amici, che vivono, respirano, pensano, attraverso l’Incisione. Tecnica imprescindibile l’Incisione, per capire e quindi gustare e godere, della parte intima segretamente autentica dell’Arte, modalità sensoriale in cui il tempo, la cura e il rispetto della memoria sono fondamentale parte della Creazione. Ora questo mondo intimo rinasce e torna potente, facendo della sua inattualità un vessillo, per una modalità etica e coerente di creazione, per un linguaggio di bruciante contemporaneità. Ringrazio per la folgorante ispirazione l’amico Nicola Giuliato, la coraggiosa visione di Guido Zambon, la comprensione di Elio Zambon, il sostegno e l’ affetto dell’amica Bruna Graziani, la professionalità e l’amicizia di Giancarlo Busato e di Valerio, questi segni sono sbocciati ed è cominciata, per tutti noi, la fioritura alchemica, vi abbraccio con affetto e amicizia ... Alessandro De Bei “ Se basta appena
un soffio a sparpagliare i giorni, è inutile combattere il dissenso del tempo. Il contrattempo è grazia, è una forma di vita in cui la vita va incontro a se stessa controcorrente presa da una brezza leggera. C’è un amore nel dolo, una malizia nella riluttanza che sospinge le cose, le indocili, a ritroso.” Valerio Magrelli Dalla raccolta Nature e Venature (1987) Maggiori informazioni sull'artista Alessandro De Bei: collaborazioni con la nostra azienda > http://www.zambonfrigotecnica.com/news/pop-decor-aiutateci-a-scegliere-il-personaggio http://www.zambonfrigotecnica.com/news/cuori-di-burro-arredamenti-personalizzati altre informazioni > Un po' di storia sulla nostra azienda: 1974-2014 • I NOSTRI PRIMI 40 ANNI
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