Buongiorno, sono abbonato alla rivista Gelato Artigianale da molti anni. Seguo vari blog e vedo che alcuni colleghi utilizzano il trealosio nelle loro ricette. Mi potrebbe dare qualche spiegazione in più sull’uso di questo ingrediente? Grazie! Paolo - Mantova Caro lettore, la ringrazio anche a nome della rivista; lei dimostra, con questa domanda, che non si è mai finito di imparare. Il trealosio fa parte della famiglia dei carboidrati o glucidi, altre definizioni per gli zuccheri. I carboidrati rappresentano la fonte principale di energia del nostro organismo e conseguentemente occupano un posto primario nella dieta dell’uomo. Gli zuccheri sono componenti fondamentali nella produzione del gelato. Oltre a conferire dolcezza e ad esaltare gli aromi, svolgono altre importanti funzioni, ad esempio:
La tipologia e la quantità degli zuccheri presenti nella ricetta ne fanno un elemento importante e la scelta su quali utilizzare, darà un prodotto dalle qualità ottimali. È innegabile che lo zucchero eserciti una resistenza al congelamento, che è tanto più grande quanto più se ne introduce nella miscela, e ovviamente, più zucchero è presente nel composto, più dolce e morbido, risulterà il gelato. Una quantità media di zuccheri aggiunti, presente nei nostri gelati a base di latte, è abbastanza realistico stimare possa essere vicina al 20%. Questa percentuale non tiene conto del lattosio che è pure uno zucchero, ma che normalmente il gelatiere non usa tal quale, ma viene ad essere parte costituente della ricetta in quanto di derivazione dai prodotti che lo contengono; ad esempio nel latte la presenza di lattosio è di circa il 4,5%-5%, che porta il computo totale degli zuccheri a valori del 25%-26% e in alcuni casi anche più. Entrando nello specifico, il trealosio viene scoperto per la prima volta nella segale cornuta nel 1832 dal chimico farmacista tedesco Heinrich August Ludwig Wiggers (1803-1880), ma estratto solamente nel 1859 da Marcellino Berthelot chimico francese, nel bozzolo di un coleottero. La disponibilità ad un suo consumo in larga scala fu però dato da una equipe di ricercatori della ditta giapponese “Hayashibara”, attorno agli anni ’70, mentre stava studiando il motivo per cui i cactus che vivevano nel deserto sopravvivevano nonostante le forti escursioni termiche presenti in quei luoghi, tra il giorno e la notte. Da questo studio, si è avuto modo di notare le capacità di questo carboidrato di penetrare nelle cellule delle piante, operando un’azione osmotica, e facendo una “semi canditura” delle cellule della pianta, evitando, quindi, che le basse temperature raggiunte durante la notte congelassero i nuclei, con la conseguente morte della pianta stessa. Sono stati necessari diversi anni per poter sfruttare i benefici ottenuti da questa scoperta e dal 1994 il trealosio viene estratto sempre dalla stessa azienda giapponese, non più dai coleotteri, ma mediante la lavorazione degli amidi, più in particolare quello di mais e di tapioca. Si presenta come uno zucchero in cristalli bianchi, di sapore non molto dolce. Come per tutti i carboidrati il suo potere calorico è di 4 calorie per grammo. Rapportandolo al saccarosio, si rivela essere dolce poco meno della metà. È formato da due molecole di glucosio, come per il maltosio, ma la differente posizione nelle quali si saldano le due molecole rende le sue caratteristiche diverse. Le proprietà tecniche del trealosio sono:
I vantaggi nel suo utilizzo sono molteplici:
Come può vedere anche lei, il trealosio è uno zucchero molto interessante per le attività sia di gelateria che di pasticceria e panificazione. Non le resta che provarlo e rendersi conto di persona di quello che le ho scritto Il testo proposto è a cura di Filippo Zampieron della rivista Gelato Artigianale Letture correlate:
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